L'allestimento del cantiere
Il corretto allestimento dei cantieri è la prima fase della costruzione di ogni metanodotto; anche sul Campodarsego-Castelfranco Veneto è stato così. I nostri topografi hanno rilevato le aree di intervento e hanno confrontato i dati con quelli della direzione lavori. Una volta rilevate sul campo le interferenze presenti, si è proceduto alla completa perimetrazione del cantiere con apposite reti, predisponendo anche tutta la segnaletica prevista dalle normative vigenti.
Sono state predisposte le aree di stoccaggio materiali e le piste di accesso, nonchè dimensionate le aree destinate a ricevere il terreno di scotico.
Si è passati quindi alla bonifica delle aree da eventuali ordigni bellici inesplosi, appaltata a un’azienda specializzata e realizzata una griglia di carotature perpendicolari all’asse del cantiere.
La storia è importante
Tutte le aree di cantiere sono sottoposte a verifica della presenza di manufatti da preservare
Per noi la tutela della Storia è altrettanto importante di quella dell’Ambiente; per questo ci siamo rivolti a una società specializzata (la Tecne srl) per tutte la campagna di analisi e rilevamento archeologico nell’area di cantiere del metanodotto Campodarsego-Castelfranco Veneto.
Gli archeologi hanno seguito ogni fase del cantiere, per non disperdere neanche una traccia del passato; sono intervenuti fin da subito al momento della bonifica bellica e hanno poi seguito la fase di scotico del terreno di coltivo.
Ogni fase di attività consente agli archeologhi di acquisire informazioni su diversi periodi storici; più lo scavo va in profondità, infatti, più (come una macchina del tempo) i reperti sono antichi.
Anche la tipologia di lavorazione influisce sul tipo di dati che si raccolgono: le carote della bonifica bellica, pur fornendo solo dati puntuali, danno un’indicazione su un ampio periodo storico; lo scotico fornisce dati sull’intera area di cantiere, ma con un escursione storica minore, mentre lo scavo di linea consente un rilievo più ampio di insediamenti e attività umane anche molto antichi.
Per saperne di più leggi l'intervista a Flavio Feriozzi sul nostro blog
Le operazioni di scotico interessano uno strato di terreno di 30 cm
Terreno prezioso
Lungo tutta la linea, una volta completate le operazioni di allestimento dei cantieri, abbiamo iniziato, nei lotti autorizzati dalla Committenza, a realizzare le operazioni di scotico, fondamentali per salvaguardare lo strato fertile di terreno agricolo.
In linea di massima, lo strato di terreno rimosso si attesta su uno spessore di 30 cm (variabile seguendo le specifiche di progetto) e viene stoccato in aree apposite della zona di cantiere, cercando di ridurre al minimo le lavorazioni che potrebbero danneggiarle il potenziale agricolo.
La larghezza della pista interessata dallo scotico, in genere, ha coinciso con quella soggetta alle operazione di movimentazione dei mezzi da cantiere, proprio per evitare danneggiamenti del terreno di coltivo (in relazione diretta con la larghezza della pista di cantiere che nel caso del metanodotto Campodarsego-Castelfranco Veneto varia da un minimo di 14 metri fino ad un massimo di 32 metri).
Il processo di impaccamento, in questa fase, è particolarmente importante, dato che un materiale ben accumulato (soprattutto quando la base è argillosa) è più semplice da utilizzare per la chiusura dello scavo, anche nei mesi autunnali e invernali. Se la geometria e la compattazione del cumulo sono ottimali, infatti, lo strato di terreno bagnato dalle intemperie risulta essere solo quello superficiale, garantendo quindi una maggiore semplicità nelle operazioni di ripristino dello strato di coltivo.