Gli impianti sulle linee di metanodotto
Sono numerose le tipologie di impianti che insistono sulle tratte di metanodotto
Quando si immagina una tratta di metanodotto, nell’opinione comune si pensa immediatamente a un’infrastruttura lineare, estesa sul territorio senza soluzione di continuità, che ha l’obiettivo di trasportare da un punto all’altro del Paese il gas necessario alle utenze finali pubbliche e private.
Tutti gli addetti lavori sanno, però, per esperienza maturata in fase di progetto e sul campo, che la realtà è molto più complessa di questa rappresentazione.
Oltre a essere organizzata su tratte con caratteristiche completamente differenti per diametri e pressioni, una linea di dispacciamento del metano è scandita da un serie di manufatti tecnologici che hanno lo scopo comune di rendere la rete di distribuzione più efficiente e sicura.
Ci riferiamo ovviamente agli impianti destinati all’interconnessione delle condotte, nonché al controllo ed alla gestione dei flussi di gas; ce ne sono di vari tipi e dimensioni e in generale possiamo individuare: le centrali e gli impianti di regolazione della pressione e/o della portata.
A questi si aggiungono i punti di linea, utilizzati per il lancio e il ricevimento PIG (dispositivi spinti dalla pressione che vengono utilizzati per le operazioni di manutenzione e pulizia delle condutture), oltre a una serie di dispositivi di minori dimensioni necessari per la derivazione, intercettazione e il sezionamento.
Ma quali sono gli impianti più importanti presenti normalmente su una linea principale di metanodotto? La risposta è semplice: le centrali di compressione, che controllano e gestiscono la spinta del gas in linea, assicurando il trasporto regolare del gas sulla totalità della rete.
Si tratta di strutture importanti, sia per dimensione sia per complessità impiantistica che hanno come cuore delle turbine a gas (utilizzano quello della linea) che alimentano dei compressori centrifughi che, scaldando il gas, ne alimentano la pressione in modo da compensare le fisiologiche perdite di carico che si verificano sulla linea.
In queste centrali, il gestore può anche regolare il flusso del gas per far fronte a picchi di richiesta delle varie zone di utenza, fino a invertire il flusso per mantenere un corretto bilanciamento della rete.
Oltre alle turbine e ai compressori, le centrali richiedono l’allestimento di numerose componenti meccaniche secondarie, oltreché di un robusto corredo di opere civili che vanno dalla indispensabile sala quadri a quella di controllo, dagli uffici del personale fino all’officina (per realizzare interventi di manutenzione e intervenire rapidamente in caso di malfunzionamenti) e al magazzino. Ovviamente vengono allestite anche tutte le recinzioni perimetrali e la viabilità di accesso che in questo caso deve essere adeguata anche al passaggio di traffico pesante.
Se le centrali sono il cuore del dispacciamento del metano, non sono meno importanti per il corretto funzionamento della rete gli impianti posizionati nei nodi di smistamento. Anche in questo caso le dimensioni e le complessità impiantistiche possono essere molto differenti fra loro, ma essenzialmente a questo tipo di impianti è demandata l’attività di regolarizzazione delle pressioni lungo le diramazioni che presidiano.
Da questi punti è possibile effettuare deviazioni o sezionamenti delle diramazioni in modo da ridurre o interrompere temporaneamente il flusso del gas verso utenze specifiche per effettuare in assoluta sicurezza interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria.
Scendendo al livello di complessità più semplice, si incontrano gli impianti di linea posizionati lungo le condotte, in sostanza semplici valvole di sezionamento che vengono utilizzate per interrompere il flusso in sezioni specifiche delle condotte, anche in questo caso per interventi di riparazione, controllo o manutenzione.
Quasi tutti gli impianti sono predisposti per essere gestiti con telecontrollo in remoto; questo consente al Gestore di avere in tempo reale un flusso di dati e monitoraggi sulla rete allo scopo di massimizzare la sicurezza e l’efficienza del dispacciamento del gas; la gestione in remoto consente agli operatori di intervenire tempestivamente per regolare i flussi sia per l’ottimizzazione degli stessi o in caso di emergenze dovute a guasti o malfunzionamenti.
Proprio per massimizzare la sicurezza operativa (sia nella fase di costruzione sia in quella di esercizio), tutte le fasi della costruzione degli impianti sono normate da rigidi protocolli progettuali e esecutivi e controllati attraverso un articolato programma di verifiche da parte della Direzione Lavori e della Committenza.
Dallo scavo, fino al getto delle strutture civili di fondazione, dalle opere meccaniche alle saldature, fino alle recinzioni, alle pavimentazioni e alle eventuali reti di raccolta delle acque piovane, ogni elemento è individuato da ben precisi capitolati prestazionali e funzionali, in modo da garantire la stessa qualità realizzativa in tutti gli interventi sull’intera rete nazionale di dispacciamento del gas metano.
Negli ultimi anni, nella realizzazione degli impianti così come nei cantieri dedicati alla posa delle condotte di linea, il Gestore nazionale ha posto particolare accento sulle opere di mitigazione ambientale dei vari interventi.
In particolare questa linea strategica si concretizza, quando si costruiscono impianti, nella piantumazione di essenze arboree o arbustive come schermo visivo degli interventi o, addirittura nell’utilizzo di una ben determinata palette cromatica nelle pitturazioni degli impianti stessi, pensata per ridurre al massimo l’impatto visivo delle opere sul territorio.
Anche nell’organizzazione e gestione del cantiere, infine, si pone particolare attenzione all’ottimizzazione della dimensione degli scavi, nonché alla riduzione di emissioni in atmosfera o sonore e alla tutela dell’avifauna locale. Un metodo d’operare volto alla tutela dell’ambiente per le generazioni future, un investimento in cui credere e non un costo da sopportare.