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Lo scavo di linea dei metanodotti

Lo scavo di linea dei metanodotti

Lo scavo di linea delle tratte di metanodotto richiede attenzioni particolari per salvaguardare il territorio e la produttività prevista dal cronoprogramma

Già dalla progettazione esecutiva e dalla successiva realizzazione delle aree di cantiere, emerge la più importante considerazione che determina le procedure di scavo di un metanodotto: il rispetto assoluto dell’ambiente, con conseguente ripristino completo delle condizioni esistenti prima dell’inizio dei lavori.

Inoltre, l’impresa appaltante provvede alla bonifica dagli ordigni bellici e all’eventuale messa in sicurezza e successiva rimozione di aree di terreno inquinate (discariche non autorizzate, presenza di rifiuti da demolizione, ecc) e questo lungo tutta la tratta di metanodotto.

Una volta recintata e bonificata l’area di cantiere (stiamo parlando di superfici lunghe chilometri e larghe fino a oltre 30 metri), si procede con le operazioni di scotico, fondamentali per salvaguardare lo strato fertile di terreno agricolo.

ossiLo scotico è un’operazione delicata e deve salvaguardare il più possibile ie qualità del terreno di coltivo

In linea di massima, lo strato di terreno rimosso si attesta su uno spessore di 30 cm (variabile seguendo le specifiche di progetto) e viene stoccato in aree apposite della zona di cantiere, cercando di ridurre al minimo le lavorazioni che potrebbero danneggiarle il potenziale agricolo.

La larghezza della pista interessata dallo scotico, in genere, coincide con quella soggetta alle operazione di movimentazione dei mezzi da cantiere, proprio per evitare danneggiamenti del terreno di coltivo (in relazione diretta con la larghezza della pista di cantiere che può andare da un minimo di 14 metri fino ad un massimo di 32 metri).

Il processo di impaccamento, in questa fase, è particolarmente importante, dato che un materiale ben accumulato (soprattutto quando la base è argillosa) è più semplice da utilizzare per la chiusura dello scavo, anche nei mesi autunnali e invernali. Se la geometria e la compattazione del cumulo sono ottimali, infatti, lo strato di terreno bagnato dalle intemperie risulta essere solo quello superficiale, garantendo quindi una maggiore semplicità nelle operazioni di ripristino dello strato di coltivo.

Effettuato lo scotico e completate le operazioni di preparazione delle tratte di tubazione da posare, si procede con lo scavo vero e proprio della trincea di posa del tubo del metanodotto che essenzialmente può essere realizzato con due sezioni di posa differenti: la prima tradizionale con pareti in pendenza, la seconda con sezione obbligata, che richiede strutture provvisionali di protezione dello scavo (blindoscavo, palancolati o altre opere particolari).

dellUno dei nostri escavatori Stage V impegnato nello scavo della linea con benna sagomata appositamente

Quest’ultima è una tecnica che si utilizza in situazioni in cui ci sia poco spazio per la realizzazione dello scavo dovuto a interferenze (edifici, infrastrutture), che può anche essere utilizzata per realizzare le buche di mandata e ripresa delle TOC e delle trivellazioni, impiegate per sottopassare le interferenze trasversali (corsi d’acqua, strade, ferrovie).

Nel caso lo scavo a cielo aperto interferisca con infrastrutture stradali, il rinterro dovrà essere eseguito in modo da massimizzare la durata della pavimentazione sovrastante, con la posa di un primo strato (attorno alla tubazione) di sabbia lavata, sormontato da un secondo strato di riempimento (di spessore variabile e definito da progetto) di misto cava e, a chiusura, con la stesa del pacchetto del manto di pavimentazione bituminosa di ripristino.

Per gli scavi tradizionali, invece, particolare attenzione deve essere posta in fase di analisi preliminare del terreno attraversato: terreni ghiaiosi o misti, infatti, richiedono pendenze di scavo delle scarpate laterali meno accentuate, mentre per terreni argillosi o addirittura limosi, queste pendenze devono ridursi sensibilmente, per prevenire fenomeni di cedimento o smottamento all’interno dello scavo stesso.

nLe sezioni di scavo variano a seconda della consistenza del terreno e della conseguente stabilità dei fronti

Le pendenze delle scarpate dovranno anche tenere conto di eventuali sovraccarichi in prossimità del bordo scavo e della presenza e della consistenza di eventuali acque di falda (falda che sarà gestita, nel caso la quota sia superiore al fondo scavo con appositi interventi di aggottamento, realizzati a seconda delle composizione del treno, con pompe autoadescanti, con linee dedicate di wellpoint o con pozzi appositi).

Una volta raggiunta la quota di fondo scavo prevista, il terreno verrà livellato uniformemente e saranno rimosse rocce o manufatti (fino a 20 cm sotto l’imposta di posa stessa) in modo da scongiurare ogni danneggiamento al rivestimento della condotta del metanodotto in fase di posa.

Tutti gli escavatori utilizzati sono certificati per il sollevamento e la movimentazione materiali

Si passa quindi alla realizzazione di apposite selle di sostegno delle tubazioni, su cui viene posato il tubo (in [Cazzaro] utilizziamo escavatori cingolati di adeguato tonnellaggio alla tubazione da movimentare, tutti certificati per il sollevamento); si procede alla posa del prereinterro, che raggiunge una quota superiore di 20 cm alla generatrice superiore della tubazione del metanodotto, con terreno soffice, provenienti dalle opere di scavo, anche da vagliatura e frantumazione realizzata in loco (in presenza di falda, si utilizza ghiaia lavata con pezzature comprese fra6 e 25 mm). Il prereinterro ricopre anche la polifora portacavi che corre parallela al metanodotto.

Completata questa fase si procede con il reinterro vero e proprio sempre facendo attenzione che lo strato di copertura non sia mai inferiore a 150 cm; in questo caso sono ammessi anche ciotoli, ponendo particolare cura a limitare l’altezza di caduta del materiale di reinterro (possibili danni alla tubazione o alla polifora).

A due terzi dall’imposta del piano di campagna e sulla verticale dell’asse della condotta, viene messa in opera la rete di segnalazione del metanodotto.

Completato il reinterro, si procede ,dopo un congruo tempo di assestamento del terreno ripristinato, alla ricollocazione del terreno vegetale di scotico, avendo cura di superare leggermente la quota di imposta del piano di campagna per evitare, durante l’assestamento successivo del terreno, fenomeni di avvallamento o subsidenza, con conseguenti ristagni d’acqua.